Una decisione ripetitiva.

lu.
2 min readSep 6, 2020

Ogni settembre (saranno ormai sei anni) mi ritrovo a fare progetti, prendere decisioni, scuotermi le spalle e dirmi che è la volta buona che io cominci a fare qualcosa per me.

Scrivo da una casa piena di vuoto, ancora adesso, nonostante ci abbia messo piede la prima volta per iniziare a viverci quasi dieci giorni fa. Ancora non mi capacito degli spazi che ho intorno, del sole che qui non arriva a battere, della veranda che ha timide piantine che fanno di tutto per sopravvivere, dei vestiti che non ricordo mai dove sono, del letto che doveva essere un matrimoniale ma in realtà non lo è però non è una piazza e mezzo forse un po’ più grande. Scrivo dal mio pc, appoggiato su una scrivania che non è mia è che ho trovato in questa casa che ha insolite pareti bianche e bordeaux, un accostamento a cui non avrei mai pensato per una casa così buia.

Vedo e osservo tutto quello che ho intorno. Guardo con curiosità tutte le persone che parlano di femminismo, di patriarcato, capitalismo, e immagino quanto sarebbe bello se chiunque (chiunque, tipo) si facesse dei beatissimi cazzi propri.

Mi è successo di sentirmi chiedere come mai non avessi ancora figli, perché vesto sempre in un certo modo, come mai mi preoccupa, qualche volta, tornare da sola a casa, la sera.

Mi è successo d’aver a che fare con finti pacifisti, finti fancazzisti, finti intelligenti, finti umani. Finti scrittori, finti imprenditori, finti artisti, finti manichini.

Che gusto c’è ad essere quello che non si è? Io ero la prima a ridurmi in questo stato pietoso, a sorridere quando non mi andava, a salutare quando non ne avevo voglia, a mangiare anche se non avevo fame. Ho messo tutto quello che avevo nella vecchia casa in una sportina di quelle di stoffa, quelle che piacciono tanto ai ragazzi di adesso e che sono piaciute tantissimo anche a me e insieme ci ho buttato dentro una consapevolezza che è una cosa a cui penso effettivamente da sei anni e che è arrivato il momento di mettere in pratica: non ho più voglia di condividere i miei spazi felici (pochissimi e piccolissimi) con persone con cui ho da condividere niente, che non mi assomigliano, ma manco vagamente.

Tanti baci.

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